L’azienda della famiglia De Lisi, in collaborazione con il genovese manager dell’acciaio Bruno Bolfo, si dedica dal 2012 alla coltivazione del melograno a cui ha destinato 250 ettari affermandosi come principale produttore italiano di questo frutto, divenendo in pochi anni leader nella produzione di melagrane. Quattro ettari sono inoltre destinati alla coltivazione delle bacche di aronia, otto ettari a quella delle bacche di goji con circa 40mila piante e 40 ettari saranno riservati alla coltivazione di avocado.
Tutto ciò indica una Puglia che non solo mostra spirito imprenditoriale e lungimiranza, ma che dà spazio e priorità alle risorse e agli enti nazionali e locali, che incrementa i livelli occupazionali del settore, che adotta le tecnologie più all’avanguardia, nell’ottica di portare sul mercato un prodotto genuino, fresco, selezionato, in grado di rispondere alla crescente domanda di un consumatore sempre più attento alla propria salute e quindi ad un’alimentazione sana.
Punto di forza non è solo la realizzazione del modernissimo stabilimento collocato nello stesso territorio degli impianti frutticoli (garantendo una filiera corta con lavorazione dei frutti a poche ore dalla raccolta e immediata conservazione in celle al fine di preservare tutte le proprietà salutistiche), ma anche l’adozione di una serie di tecnologie che stanno trasformando il settore della frutticoltura.
La collaborazione tra l’Università di Bari, in particolare il prof. Giuseppe Ferrara del Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (www.uniba.it/ricerca/dipartimenti/disspa), la piattaforma AgriDatalog (www.agridatalog.it) per la parte informatica e sensoristica, e la Masseria stessa (lomesuperfruit.com), ha portato negli impianti di melograno le innovazioni dell’agricoltura di precisione.
Si tratta di sofisticati kit dotati di sensoristica avanzata, con alimentazione solare e a batteria, che permettono di disporre di sensori ambientali e meteorologici. In particolare, un sistema di water intelligence che misura in tempo reale le necessità idriche delle coltivazioni; un pannello di monitoraggio web o su mobile app per verificare in autonomia lo stato idrico delle coltivazioni. Spiega il prof. Ferrara: “Le previsioni per il futuro indicano anomalie sempre più evidenti e che sicuramente avranno ripercussioni sulla coltivazione delle specie erbacee e arboree da frutto. Gli aspetti più deleteri per le coltivazioni sono le condizioni estreme che portano a lunghi periodi siccitosi e improvvisi eventi piovosi anche di intensità molto elevata, con danni notevoli alla frutticoltura. L’utilizzo della sensoristica consente di ridurre le problematiche di questi eventi estremi oltre al notevole risparmio della risorsa idrica e nutrizionale“.
L’agricoltura di precisione ha potenzialità di crescita enormi, basti pensare che appena il 2% della superficie agricola utilizza in Italia robot e sensori di precision farming, anche se il dato dovrebbe salire al 10% entro il 2021. Il monitoraggio di parametri climatici, fenologici e produttivi può essere effettuato con sensori remoti (remote sensing) quali ad esempio i droni, e prossimali. In quest’ultimo caso vengono considerate quelle tecnologie in cui il sensore è a diretto contatto con l’oggetto da monitorare (terreno, foglie, frutto, ecc.).
La sensoristica prossimale, al contrario di quello che si può pensare, è poco o per nulla invasiva, e permette di ottenere in tempi rapidissimi e a costi relativamente bassi una grande quantità di dati geolocalizzati, con vantaggi enormi per le coltivazioni in termini di valori nutrizionali, risparmio di risorse e sostenibilità ambientale, oltre che di performance e competitività delle aziende agricole.